“Qual è il momento adatto per farlo? Esiste l’età ideale per avere un rapporto sessuale?”. Quando chiedo ai ragazzi di scrivermi su un foglio, in maniera anonima, delle domande sulla sessualità, questa è tra quelle che vengono fuori più spesso. Da quando inizia la pubertà – ma in realtà anche prima – gran parte dei messaggi che i ragazzi ricevono dalla società vanno tutti nella direzione di quello che sembra essere diventato l’obiettivo principale per un adolescente: arrivare preparati ma soprattutto il più presto possibile al primo rapporto sessuale. Ne abbiamo già parlato nell’articolo di aprile. In realtà, quando leggo le loro domande, rimango sempre piacevolmente colpito dal fatto che ce ne sono altre che forse sono ancora più ricorrenti di quella sulla “prima volta”. Ecco alcuni esempi: Come faccio a capire se amo veramente una ragazza? Come posso sapere se è vero amore? Perché quando qualcuno mi vuole a me non interessa e quando cambio idea questa persona non mi cerca più? Perché dopo mesi passati insieme al mio ragazzo non sono riuscita a innamorarmi? E se nonostante quello che provo per lui non fosse la persona giusta? E’ giusto intraprendere una relazione anche se non completamente innamorati? Qualche giorno fa, nel chiedere ad alcuni giovani che cosa pensassero della sessualità nel fidanzamento, mi sono sentito rispondere – come avviene spesso – che essa è un modo per conoscersi fondamentale nel rapporto di coppia e serve anche a verificare se quel rapporto può durare nel tempo. Ma non solo, essa è anche un modo naturale per vivere la relazione: “Sto col mio ragazzo da tempo, non posso essere sicura che sia lui quello che sposerò… Che senso avrebbe quindi privarci adesso dei rapporti sessuali?”, mi ha detto una delle ragazze presenti. Effettivamente la sessualità è una dimensione fondamentale in un rapporto di coppia. È difficile non essere d’accordo su questo. Il punto, secondo me è un altro: la sessualità non è solo la sua componente genitale, ma è molto di più. La sessualità è una dimensione fondamentale della personalità, ci caratterizza, definisce il nostro modo di essere e di relazionarci con gli altri, orienta il nostro modo di amare. Per questo non si può ridurre solo all’andare a letto con una persona. Noi conosciamo e amiamo un’altra persona anche attraverso il linguaggio sessuale che è ricchissimo di sfumature, manifestazioni e modalità specifiche e particolari; quindi anche quella genitale che, come mi diceva una cara amica, è l’apice di una relazione e deve arrivare nel momento migliore di questa; e solo se la relazione sarà già solida e profonda quel momento potrà essere vissuto da entrambi con la massima pienezza di senso e di gratificazione. La cosa più bella di un rapporto di coppia è lo stare pienamente, con tutto il proprio essere, nella relazione con l’altro. Starci col proprio tempo e col proprio spazio che, condivisi con la persona amata, diventano il tempo e lo spazio del noi; starci col desiderio di farla crescere senza forzarne la maturazione con la fretta di bruciare le tappe; starci con la delicatezza di rispettare che l’altro ci apra la sua intimità con gradualità. Tutto questo è possibile se la relazione ci permette di fare conoscenza dell’altro attraverso tutte le modalità di cui disponiamo: l’ascolto, la comprensione, il rispetto, lo svelamento della nostra interiorità, la pazienza, l’accompagnamento reciproco, il tempo. Modalità che spesso sono mortificate dallo stile di vita contemporaneo, che introduce nella relazione il virus della superficialità, soprattutto negli adolescenti, che sono superficiali “per natura” e che solo gradualmente, entrando sempre più dentro sè stessi, arrivano ad una piena conoscenza personale. Dobbiamo aiutare i ragazzi a riflettere, a ragionare, a sviluppare la loro dimensione cognitiva e non solo quella emotiva. Ne ho avuto l’ennesima prova qualche giorno fa: ho fatto vedere ad un centinaio di liceali un filmato in cui due giovani parlano della loro scelta di arrivare al matrimonio senza avere rapporti sessuali. Un video di quasi 40 minuti seguito con un’attenzione rara a vedersi a quella età. Alla fine ho chiesto loro di scrivere cosa pensavano. Hanno scritto fiumi di parole. A parte qualche eccezione di chi vantava orgogliosamente la propria verginità, erano tutti decisamente contrariati dall’idea di non fare l’amore con la persona che ami veramente, con o senza matrimonio. Era prevedibile. Ma la cosa interessante è stata il fatto che hanno pensato, abituati a farlo sempre meno e sempre peggio. Un ragazzo nel consegnarmi il foglio mi ha detto che non gli era mai successo di riflettere così a fondo su un tema così importante. Un’altra si è presa anche il tempo della ricreazione per scrivere tutto quello che pensava. “Grazie – mi ha detto –, se me lo avesse chiesto a voce sarei stata muta e non avrei pensato a tutto quello che sto scrivendo.” La ragazza del video, tra l’altro, diceva: “Se avete una relazione sessuale, provate a togliere il sesso e vedrete che basi ha la relazione. Mettete l’amore in piena luce. Se togliete il sesso e iniziate a litigare, magari vi lasciate: meglio così. Ma se restate insieme, quanta sicurezza dà sapere che l’altro è lì per te e non per quello che dai o che fai”. In altre parole: conoscetevi, date spazio agli altri linguaggi di comunicazione che fondano una relazione, compreso quello sessuale. Quando ci saranno le condizioni giuste ci metterete anche l’aspetto genitale di quest’ultimo. Vi starete chiedendo, da genitori, come trasmettere tutto ciò ai figli adolescenti. Innanzitutto credendoci personalmente; se così non fosse i vostri figli se ne accorgerebbero subito e tutto il resto perderebbe di efficacia. Solo dopo viene il dialogo con loro, cercato e soprattutto provocato dagli innumerevoli segnali che essi mandano con le cosiddette domande mute: quelle che fanno “tra le righe” con le loro reazioni e i loro commenti a fatti che riguardano altre persone e che molte volte sono lo specchio di problemi personali; e poi le loro domande dirette, anche se sono poche – è sempre più difficile che gli adolescenti rispondano alle richieste […]
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